Giorno della memoria Una sola identità con il popolo d'Israele La comunità ebraica romana, non si lascia impressionare da squallide intimidazioni come quelle di cui è stata oggetto a poche ore dalle celebrazioni del giorno della memoria. E’ una comunità che ha passato ben altre situazioni e non solo dagli anni tragici delle deportazioni nazifasciste, basta pensare agli assalti alla sinagoga da parte di commando palestinesi ancora nel 1982. Gli ebrei romani, come quelli italiani hanno spalle molto robuste. Il problema è della comunità nazionale nel suo complesso se si riproducono forme desolanti come quelle registrate. Non vale come alibi nemmeno la questione che concerne lo Stato di Israele. Il conflitto israelo-palestinese oggi nel marasma mediorientale è quasi divenuto irrilevante. Si combatte all’ultimo sangue in Siria, l’Iraq è sull’orlo del collasso, l’Egitto conta i morti in piazza, la Libia nel caos. Il Libano nuovamente a rischio. Lo scontro in tutti questi casi concernono esclusivamente le popolazioni arabe –nord africane nel loro interno, spesso nella frazione fra sunniti e sciiti. Israele non ha nessun ruolo nella vicenda, è quasi marginale. Rispetto alle condizioni di violenza che pervadono i suoi vicini, bisognerebbe lodarne la moderazione. Da poco si è spento Ariel Sharon che pur sempre si ritirò unilateralmente dalla striscia di Gaza. Vorremmo vedere Assad, che si ritira da Aleppo. le condizioni in cui questa città covo della ribellione sciita è rimasta. Per cui più semplicemente nell’Italia, civile democratica e cattolica dei primi decenni del 2000 vi sono delle enclave, vai a sapere quanto estese, di antisemiti, esattamente come ce n’erano nella Germania, nella Croazia, nell’Ungheria, nell’Ucraina, del secolo scorso. Quando si dice che il tempo e la storia passano invano. Ogni tanto riemergono, non sanno trattenersi, a volte con liste minacciose, altre volte con macabri rituali. L’unica differenza ed è una differenza importante è che gli antisemiti dei primi del ‘900 ci mettevano la faccia, quasi andassero fieri dei loro sentimenti e facevano proseliti. Gli antesemiti di oggi vivono nell’ombra come topi e scarafaggi. Ci sono le leggi a tenerli a bada e più che altro il pudore di una società che nel suo complesso ha imparato una lezione importante. Per prima cosa sulla diversità. Non possiamo essere tutti eguali e pure dobbiamo esser riconosciuti lo stesso come tali per diritti e doveri. La seconda sulle responsabilità. che non si scaricano sugli estranei, ognuno si pigli le proprie. Due passi avanti che sono stati compiuti crediamo dalla grande maggioranza dei nostri connazionali per lo meno a vedere le tante espressioni di sostegno che sono provenuti da istituzioni e partiti alla comunità ebraica. Ne siamo felici ma noi non siamo quelli che sono solidali. Noi siamo quelli che combattono accanto agli ebrei appena ce la necessità di farlo, una sola identità con loro. |